mercoledì 29 giugno 2016

Sua maestà Biella Camino

Biella, Piazzale della Provincia: punto di ritrovo dei giri del martedì, le scelte del coach non sono mai banali. Da qui parte anche la GARA, la Biellamontecamino, da dire tutto d’un fiato, da correre tutta d’un fiato. 
Fino al Savoia l’abbiamo fatta tutta, un pezzo per volta, un martedì dopo l’altro: oggi come un puzzle si uniscono tutti quei pezzi…. Non ci sono striscioni alla partenza, il pettorale con solo il numero e lo “sponsor” Fila, nessun chip, un organizzatore a voce avverte che 5 minuti e si parte, nessuno sparo, partenza “vintage” che sa di tradizione, di genuinità, di gente di montagna, mi piace….

Primo “pezzetto”, il Bellone, ogni runner biellese potrebbe farlo ad occhi chiusi: strappetto in asfalto, discesa, curva a destra, ponte in legno, curva a sinistra e si sale, a destra si intravede il Piazzo, ma le frecce “BMC” ci portano a sinistra verso la prima rivetta che ci fa sbucare al Vandorno. 
La corro ? Devo già risparmiarmi ? L’imbottigliamento mi risolve i dubbi… usciamo dal bosco e gli occhi si riabituano alla luce del sole, guardo in alto davanti a me: ecco il Camino che splende davanti a noi solenne e irraggiungibile, non avevo mai fatto caso che si vedesse già da qui…

Ci tuffiamo nella Vandornina: bellissimo sentiero tra saliscendi, ponticelli e un pò di fango portato dalle piogge. Mi piace correre qui, accelero, ma poi mi ricordo che oggi è solo un altro pezzetto da correre e camminando termino la salita finale che porta a Pollone.

Tratto in asfalto in salita ed eccoci al terzo pezzettino: non so se ha un nome, so che incontriamo la prima pendenza importante, il gruppo si sfilaccia, si parla meno, ma siamo ancora freschi, vorresti correre ma non devi, o forse si, il cuore ti dice sei già al Favaro, la mente ti dice sei solo al Favaro….

Ristoro, discesa, inizia un'altra salita che affrontiamo tranquilli e che ci porta sul sentiero del vecchio trenino, correre qui è uno spettacolo, salita dolce, ombra, nascosti dal traffico della statale sotto di noi.

Elena mi dice che è ancora lunga, Alessia mi consiglia di andare al 75%, di lavorare con le caviglie, io assorbo tutto come una spugna. 
Oropa Bagni: si sale, primo pezzo all’ombra tutto bene, poi un prato al sole qui è dura, fatico, devo dare di più del 75% per raggiungere il Tracciolino: la pagherò ?? 

Ma ad Oropa non si fatica (a parte il Lima che dice che non è giornata), il ristoro e vedere un po’ di gente sono la carica giusta per iniziare la “Pissa”.

Rimango solo, mi perdo un po’ tra i punti arancioni che segnalano il tracciato , in qualche modo arrivo allo stradone sterrato, corro fino all’inizio della mulattiera, chissà se riuscirò a farlo ancora più su, ho caldo, ho sete,sono stanco, quelli davanti si allontanano, mi passa il Lima (adesso si che corre da Lima..) continuo a bere dal camelback, penso che se continuo così lo vuoto subito, penso che dovrebbero inventare qualcosa per capire quanta acqua hai ancora (ho scoperto poi a casa che era ancora quasi pieno…), penso che non avrei dovuto fare l’Oasi Zegna la settimana prima, penso che non avrei dovuto correre a Cerrione due giorni fa, penso che non avrei dovuto correre la Biellamontecamino, penso che non riuscirò mai a fare il Cortina Trail come hanno fatto Marco, Mario e Umberto, penso alla loro foto da “finisher”, penso che se stringo i denti potrò anche io provare la stessa gioia… mi tengo questo pensiero per tutta la “Pissa” e quando alzo gli occhi c’è il rifugio Rosazza, mangio, bevo Coca Cola (ma quanta energia da la Coca Cola!!) e riparto verso il Savoia. 

Corro perché voglio passare davanti alla gente correndo, la voce di Chris Martin esce dalle casse, accelero, mi urlano “Forza Stefano” (chissà chi era non l’ho riconosciuto… ), accelero, ancora una “Forza Stefano”, stavolta è Elena che ci fotografa e ci incoraggia, accelero ancora e il Savoia è già alle spalle, ho ripreso forza, vado forte, penso che se continuo così scoppio, penso che non è più ora di pensare, quelli davanti si avvicinano, quelli davanti adesso sono dietro, ecco la capanna Renata, è ancora così in alto, ecco la capanna Renata ! Ma l’arrivo è alla chiesetta, non sono mai stato alla chiesetta, chissà quanto ci vorrà ancora, giro intorno al rifugio, un corridoio fatto da fettuccine bianche e rosse, “è già quello l’arrivo ?” chiedo…. “Si!” 

Gli incitamenti di Alex (gran gara!!) e Marco mi danno le ultime forze, pensavo di arrivare strisciando e invece volo…

La nebbia mi concede 10 minuti per godermi tutto il biellese dall’alto, dal suo Camino, prima che arrivi a coprire tutto, cala come un sipario a chiudere una giornata che ricorderò a lungo….

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