lunedì 22 febbraio 2016

Saudade......


.............La prima parola che viene in mente ripensando al week end a Barcellona non può che essere saudade.....


Ma una saudade bella che fa tornare il sorriso in questo lunedì nuvoloso, guardo dalla finestra il cielo grigio, e ripenso a Barceloneta, il termometro che indica 26 gradi, noi in maniche corte che guardiamo il mare come non lo avessimo mai visto, ripenso al Parc Guell, alla Sagrada, ai 16000 (gli zeri sono giusti! ) partecipanti alla gara, alla paella, alla sangria (anche se forse la fanno meglio al bar del Toro....) e non posso che sorridere!!

Insomma, sarà stato il week end di san Valentino, ma a Barcellona ci ho lasciato il cuore, non solo merito della città, ma anche degli splendidi compagni di viaggio.
Vi risparmio la descrizione della città, penso ne avrete fin sopra i capelli, andateci, visitatela tutta, camminate per due giorni, ne vale la pena, e se dopo ti aspetta una mezza maratona pazienza... le forze si trovano lo stesso.

Ed è proprio così... la sveglia suona prestissimo, la partenza è alle 8:45 e c'è un bel pezzo da fare con il metrò e a piedi, ma in quel tragitto cominci a incrociare gli altri corridori, sempre di più, mamma quanti... e inizi a sentirti in mezzo a qualcosa di speciale. L'attesa passa veloce rapiti dai volti, dai sorrisi, da qualche "supereroe",dalle foto di rito e via  checi ritroviamo già in griglia. il tempo di farsi il classico in bocca al lupo e ed ecco i coriandoli del colore del nostro pettorale in cielo, si parte ! 

Il percorso interamente cittadino sugli stradoni permette quasi subito di prendere il proprio ritmo anche se con un pò di slalom, tante le bande che con i loro tamburi ti scandiscono il ritmo, gruppi musicali ti accompagnano con bella musica, il passaggio a metà gare è impressionante, si passa tra due ali di folla, insomma non ci annoia, in pratica mi sono accorto che stavo correndo e faticando al 18° km !!

Arrivo al traguardo e per 30 secondi manco il record personale, incontro l'altro caporetto Pablo felicissimo, lui il personale lo ha fatto eccome, ci mangiamo la banana e l'arancio del ristoro (scarsino a dire la verità...) e arrivano gli altri, Mari, Arge, Stefano, Elisa Sasà e Andrea, Erica... tutti con il sorriso stampato in volto.


Stanchi, ma felici non possiamo che festeggiare con una paella squisita al ristorante Boque Palermo in Rue de Valencia (non prendete le costollette d'agnello)..... e già inizia la saudade.

martedì 9 febbraio 2016

Ventiquattro maledetti secondi


Ogni omino che corre, sia campione o tapascione si trova a un certo punto a fare i conti con il tempo.

O meglio, con le sue  varie declinazioni.

Il primo tempo è quello meteorologico.
Alzi la mano chi almeno una volta nella vita, in barba ai cosigli della nonna, non ha messo le scarpe ed è uscito sotto la pioggia o con la neve,con un freddo cane  o con 30 gradi. Sicuramente tutti.
Mario batte meteo

Il secondo tempo, più subdolo, è quello che scorre anno dopo anno rendendo l'omino più maturo (o marcio come nel mio caso).
Qualcuno migliora, qualcuno peggiora, io divento più incosciente alzando sempre un po' di più l'asticella. Situazione di parità

Ma c'è un tempo, bastardo e implacabile che mette tutti in riga ed è quello del chip.

Il chip è come la mamma: ha sempre ragione.

È l'incubo del podista che poi alla fine corre sempre contro il tempo, il suo ovvio. L' omino che corre ha con il tempo del chip un rapporto strano: si  ammazza  di ripetute e di allenamenti duri per guadagnare un minuto in mezza maratona come se fosse l'unico scopo della vita e poi si rende conto che forse non ne vale così la pena. Se l'omino che corre non si diverte più vuol dire che ha trovato i suoi limiti e l'asticella la deve abbassare.

4:00:24 e 1:40:24 ... Ventiquattro maledetti secondi dagli obiettivi.

Chip batte Mario.

La prossima volta però mi prendo la partita!