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venerdì 17 giugno 2016

Attese, traguardi e partenze


L’importante è arrivare al rifugio Savoia, superare il cancello, poi con calma arriviamo alla cima del camino….
Sono ancora nel letto a castello del bunker di Tesserete in Svizzera, teatro dello Scenic Trail, ho appena aperto gli occhi, le gambe ancora fanno male dalle salite del giorno prima, leggero mal di testa per la birra gratis del dopo gara, e qui già si parla di correre e soprattutto di correre la Biella Camino!  Dovrei girarmi dall’altra parte e tornare a dormire, invece eccomi a partecipare alla discussione, siamo già pronti a ripartire…  si siamo stanchi, si le ginocchia fanno crick e crack, si i muscoli ti ricordano cosa hai fatto ieri, ma la nostra mente è ancora a 2000 metri, al selfie con il caporetto compagno di avventura Simone, all’abbraccio con l’altro caporetto Marco che ci aspetta sul traguardo, agli sguardi soddisfatti di chi ha tagliato il traguardo, ai sorrisi di quelli che stanno arrivando adesso, alla voglia di ripartire di quelli che sono solo a metà percorso ! C’e nebbia e fa freddo qui sopra, mangiamo anguria tutti imbacuccati invece di godersela in costume su una spiaggia…. e non potremmo stare meglio!




Ma è stata lunga arrivare qui sopra, una salita lunga mesi, lunga tante uscite il martedì sera per il Gorgomoro, lunga tanti week end passati per i monti biellesi, lunga come il viaggio in pulmino dove abbiamo sbagliato strada già a Brusnengo (ops non dovevo dirlo questo…), lunga come il bunker pieno di letti a castello e tutti pieni di volti biellesi, lunga come l’attesa per la pizza da asporto, mangiata facendo previsioni sui tempi del giorno dopo e scritti sul cartone, lunga come la notte quasi insonne pronti ad alzarci al minimo rumore pensando che fossero già le 4:30 ora della sveglia, lunga come quell’ora di posticipo della partenza sperando che fosse finito il diluvio che c’era fuori…..
 Ma il conto alla rovescia arriva, giro per il paesino bagnato e ancora assonnato, si sale per ciottolati dove le pietre sono scivolose e le bacchette si incastrano, usciamo dal bosco ed esce anche un pallido sole, panorami da togliere il fiato (anche per la salita…) ed ecco la croce, sembrava così lontana mentre la guardavamo dal centro di Tesserete, adesso è già alle nostre spalle, dopo il ristoro le pendenze diventano veramente dure, prima passi brevi poi mani sulle ginocchia, un fotografo, sarà finita…. Ci siamo ! siamo sopra, è fatta, siamo sfiniti e contenti, voliamo in discesa, guardo il Garmin, 15km, la salita dura sulla cartina era al 20°…. Sarà sbagliata, non può esserci una salita dura come questa, ma la cartina è giusta (siamo in Svizzera….) e arriva un’altra salita, non è dura come la precedente… è ancora peggio, li si scollina, ma tra le nebbia spunta ancora un pezzo, poi un altro poi un altro ancora….  Daniela si ferma a bere, mi dice: “Forza li a destra è finita” e sparisce nella nebbia spingendo sulle bacchette, il fotografo mi chiede un sorriso,  lo faccio e mi dura per tutta la discesa che fino ad arrivare al ristoro del 24Km e per noi il traguardo.
Ancora una birra per festeggiare Marta che taglia il termina i suoi 54 km, adesso è davvero finita, fine della gara, fine del progetto, fine di un week end da ricordare….
E’ proprio vero che l’attesa per il piacere è essa stessa il piacere penso guardando il traguardo…. Traguardo?? ?  sullo striscione c’è scritto “partenza” e quelle frecce portano al monte Camino…..

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