Pagine

martedì 9 febbraio 2016

Ventiquattro maledetti secondi


Ogni omino che corre, sia campione o tapascione si trova a un certo punto a fare i conti con il tempo.

O meglio, con le sue  varie declinazioni.

Il primo tempo è quello meteorologico.
Alzi la mano chi almeno una volta nella vita, in barba ai cosigli della nonna, non ha messo le scarpe ed è uscito sotto la pioggia o con la neve,con un freddo cane  o con 30 gradi. Sicuramente tutti.
Mario batte meteo

Il secondo tempo, più subdolo, è quello che scorre anno dopo anno rendendo l'omino più maturo (o marcio come nel mio caso).
Qualcuno migliora, qualcuno peggiora, io divento più incosciente alzando sempre un po' di più l'asticella. Situazione di parità

Ma c'è un tempo, bastardo e implacabile che mette tutti in riga ed è quello del chip.

Il chip è come la mamma: ha sempre ragione.

È l'incubo del podista che poi alla fine corre sempre contro il tempo, il suo ovvio. L' omino che corre ha con il tempo del chip un rapporto strano: si  ammazza  di ripetute e di allenamenti duri per guadagnare un minuto in mezza maratona come se fosse l'unico scopo della vita e poi si rende conto che forse non ne vale così la pena. Se l'omino che corre non si diverte più vuol dire che ha trovato i suoi limiti e l'asticella la deve abbassare.

4:00:24 e 1:40:24 ... Ventiquattro maledetti secondi dagli obiettivi.

Chip batte Mario.

La prossima volta però mi prendo la partita!

Nessun commento:

Posta un commento